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Eccidio di Collelungo, il consigliere Fardelli presente per Cassino

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Erano venti i Comuni, rappresentati dai sindaci o da loro delegati, presenti alla annuale cerimonia di domenica mattina presso il Sacrario di Collelungo, nella frazione di Cardito di Vallerotanda. Presenti anche il vicario del prefetto, dott. Bombacci e il vice questore di Frosinone, dott. Raffaele Attanasi.

Ad indossare la fascia tricolore in rappresentanza del Comune di Cassino, il consigliere comunale Luca Fardelli (Il sindaco Salera, come si sa, è in Giappone, invitato alla solenne cerimonia in ricordo delle 42 vittime civili, tra cui una bambina di appena un mese, barbaramente trucidate da una pattuglia di militari tedeschi, il 28 dicembre del 1943.

Nel portare il saluto del sindaco e dell’amministrazione comunale della città martire, il consigliere Luca Fardelli ha ricordato come Cassino sia “una città che conosce profondamente il dolore della guerra, la devastazione e, insieme, la forza della ricostruzione”. Nel suo appassionato intervento ha poi ricordato la rinascita dalle macerie della città “che è oggi – ha detto – messaggera di pace, riconosciuta come tale dall’assemblea Generale delle Nazioni Unite”. Per aggiungere subito dopo: “Questo titolo, che onora la nostra storia e la nostra risilienza, ci richiama anche ad una responsabilità attuale, viva, urgente: diffondere il messaggio della pace tra i popoli”.

Ha quindi concluso l’intervento evidenziando che commemorazioni come quella che si tiene ogni anno a Collelungo non sono semplici rituali del passato: “Sono ponti tra la memoria e il presente, tra il sacrificio e la coscienza – ha sostenuto Fardelli – Oggi questo messaggio di pace, oltre che ai giovani, deve essere rivolto alle attuali classi dirigenti e ai governanti del mondo intero. Perché sembra che si stia dimenticando o, peggio, rimuovendo, ciò che è accaduto ottant’anni fa in Europa. In un tempo in cui tornano venti di guerra, in cui si parla più di riarmo che di cooperazione, in cui la parola “nemico” torna ad insinuarsi nei discorsi pubblici, l’unica esortazione giusta è quella di rafforzare il dialogo tra i popoli, non a potenziare gli arsenali. Lo dobbiamo a quelle 42 vite spezzate, a Cassino e a tutte le città martiri, a noi stessi e alle generazioni che verranno”.

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