Radio Cassino

Il sindacato COINA (Segreteria Provinciale Frosinone) ha acceso i riflettori su una problematica sempre più urgente: la condizione delle lavoratrici madri nell’ASL di Frosinone. Nonostante la crescente attenzione pubblica e istituzionale sul tema della conciliazione vita-lavoro, secondo l’organizzazione sindacale l’azienda sanitaria non ha ancora adottato misure realmente efficaci a sostegno di chi, oltre alla professione, deve farsi carico della cura dei figli e della famiglia.

Secondo la sigla, la rigidità degli orari e l’attuale organizzazione dei turni non solo penalizzano direttamente le lavoratrici madri, ma rischiano di compromettere il benessere dell’intera struttura sanitaria.

Per il sindacato, ignorare le esigenze di questa parte consistente della forza lavoro significa alimentare un clima di stress e ridotta produttività, con ripercussioni inevitabili anche sulla qualità dell’assistenza ai cittadini.

Il segretario territoriale Alessandro Britolli ha sintetizzato le principali azioni che il sindacato chiede con forza alla Direzione dell’ASL:

-Orari flessibili, per permettere alle lavoratrici di conciliare il tempo lavoro-famiglia senza compromettere la qualità dei servizi;

-Turni sostenibili, compatibili con la cura dei figli piccoli o altre responsabilità familiari;

-Sostegno durante la maternità e al rientro al lavoro, con misure di supporto pratico e psicologico per favorire la graduale reintegrazione e la crescita professionale.

“L’impegno per la conciliazione tra vita familiare e lavoro non è soltanto un tema di equità – spiega Britolli – ma rappresenta un passo fondamentale per migliorare le condizioni di lavoro nelle strutture sanitarie, con ricadute positive anche sulla qualità dei servizi offerti alla comunità”.

COINA ha annunciato che continuerà a monitorare la situazione e ha chiesto un incontro urgente con la Direzione dell’ASL di Frosinone. L’obiettivo è aprire un confronto diretto per arrivare a soluzioni concrete e immediate, in grado di restituire dignità e diritti alle lavoratrici madri.

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