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E dopo le fiamme le istituzioni hanno dimenticato gli inquilini rimasti senza casa

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di Paola Enrica Polidoro – Ieri il terribile incendio che ha devastato la palazzina di via Zamosch. Per ore le fiamme hanno avvolto i locali commerciali al piano terra, arrivando a lambire i piani superiori e le palazzine limitrofe.

Vigili del fuoco e carabinieri hanno lavorato senza sosta poiché, anche a causa del tipo di materiali che avevano preso fuoco e il luogo in cui è divampato l’incendio, le fiamme sono state difficili da spegnere. Fondamentale l’aiuto arrivato dall’Università la cui biblioteca di Lettere si trova ancora nella struttura adiacente al condominio avvolto dalle fiamme. Subito il rettore dell’Ateneo ha messo a disposizione il personale di sicurezza e le manichette.

Ma quello che in tanti hanno raccontato è la presenza delle persone, cittadini comuni, non quelli arrivati sul posto per curiosare, quelli che si sono rimboccati le maniche e hanno dato una mano, hanno aiutato e si sono messi a disposizione.

Spento il fuoco resta però il nero, non solo quello della fuliggine che ricopre il palazzo. Il nero di una gestione che non ha tenuto conto delle famiglie che vivono in quella palazzina, persone che ieri fino alla tarda serata non sapevano cosa ne sarebbe stato di loro. Perché in tanti si sono “fatti avanti” davanti ai microfoni, ma in pochi hanno pensato che a quelle persone sarebbe servito un alloggio, un cambio di abiti, una soluzione temporanea in questi giorni così difficili e con temperature elevate. Persone che nel giro di pochi minuti si sono ritrovate fuori dalle loro case, lontani dalle loro cose. Persone che hanno una quotidianità, un lavoro, impegni e che, oggi, sono stati accolti da amici e parenti, qualcuno si è visto costretto a ricorrere a strutture alberghiere o b&b.

Oggi sui social si lanciano campagne di raccolta fondi per queste persone, ma non è così che dovrebbe andare, perché a pensare a chi sta affrontando questa immane difficoltà dovrebbero essere le istituzioni. Anche le persone interessate non mirano a raccolte fondi ma a sostegni adeguati e a tempi celeri per stabilire la condizione reale della struttura. Ma si sa, le cose troppo spesso vanno così, oggi se ne parla, se ne parlerà ancora per qualche giorno, forse settimana e a Ferragosto tutti a mandare auguri e a fotografare fette di cocomero in riva al mare.

Non è il tempo delle raccolte di fondi, considerato già lo stato di difficoltà in cui versa il territorio, e non perché i cassinesi non abbiano un gran cuore, perché lo hanno tanto grande da non entrare nel petto. Questo è il tempo delle responsabilità e delle risposte, quelle da dare a persone che fanno parte della comunità, quelle che devono essere tutelate a prescindere. O almeno così dovrebbe essere. Perché potrebbe capitare a chiunque.

Uno dei residenti ha giustamente analizzato bene la situazione “Buonasera sono uno dei condomini…. intanto al di là di quello che sarà vi ringrazio per il pensiero…la cosa che sinceramente mi ha lasciato più sconcertato è il fatto che 16 famiglie siano state lasciate per strada senza nessuna indicazione, certamente ognuno di noi si è arrangiato tra parenti ed amici ma onestamente sentirsi dire non potete rientrare in casa fino a quando non si sa e non offrire nessuna soluzione alternativa è stato triste. Noi non abbiamo figli e ci stiamo sistemando a casa di parenti ma non è stato bello. Tutti a farsi intervistare ma poi ognuno a casa sua e noi per strada. Voglio solo ringraziare con un forte abbraccio ogni singolo vigile del fuoco….tanto coraggio, un lavoro immane, sono stati meravigliosi”.

Al momento sono in corso controlli da parte dei tecnici per valutare la reale situazione dello stabile, ma non ci sono certezze sulle tempistiche. E’ visibile e sotto gli occhi di tutti che l’area non sia attualmente adeguata e vivibile per gli inquilini.

Concludiamo citando il pensiero di una delle voci più calde e avvolgenti di Cassino, quello di Annarita Morra. “Chiunque passa e scatta una foto. Ogni tanto si forma un gruppetto di persone, che fanno delle considerazioni. Talvolta giuste. Talvolta Figlie di una morbosa e stupida curiosità.
Finestre aperte,ma appartamenti vuoti.
Balconi dai quali nessuno si affaccia.
Solo una pennellata di profondo nero,su un muro colorato di rosso.
È la firma del Fuoco,che torna a mostrare la sua Forza feroce.
Ho sentito “questo è quello che resta” mentre guardavano lo stabile,e riferendosi ad esso.
E da lontano,ho sentito raggiungermi un pensiero,che mi ha inferto una pena:”questo è quello che resta,di Vite vissute,nelle proprie piccole case”.💔

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