Cassino Notizie
Sulla sua tomba un cumulo di terra e detriti: i familiari non possono mettere neanche la lapide
“Ciao mi chiamo Maria (nome di fantasia ndr). La vita non è stata clemente con me e ho dovuto lasciare i miei figli e il mio compagno troppo presto. Una malattia terribile non mi ha lasciato scampo. Ora non ci sono più, perché ho perso quella maledetta battaglia. Anche se ci ho provato a vincere, ho davvero lottato molto. Quello che resta di me però ha trovato riposo in un luogo indegno. Si perché dove vorrebbe venire a trovarmi chi mi ha amato o voluto bene c’è un cumulo di terra piena di pietre che nessuno si occupa di rendere decoroso. Non è possibile neanche sistemare una lapide dove scrivere il mio nome. Io non ci sono più, e i miei cari soffrono, perché non ci sono più, ma anche perché nessuno ascolta le loro richieste. E la mia tomba resta così, senza nome e senza volto. Senza dignità”.
Questa è una storia dolorosa, quella di una giovane mamma che si è spenta alcuni mesi fa. La malattia ha messo a dura prova tutti, non solo lei che ha lottato con tenacia fino all’ultimo respiro. Anche la sua famiglia che oltre al terribile dolore della perdita ha dovuto fare i conti con numerose spese. Per la sua sepoltura hanno così deciso di sistemare l’amata in un posto nella terra. Spesso questo è il luogo in cui si lasciano le persone che non hanno nome, famiglia. Ognuno di loro ha una storia, solo che nessuno porta un fiore sulla loro tomba o si batte per mettere una croce o una foto che dia un nome a chi riposa in quel luogo. Per Maria è diverso, Maria ha tante persone che l’hanno amata e la amano ancora.
Persone che hanno pagato per un posto in quella terra fredda. Persone che hanno una lapide con un nome e una foto da sistemare in quel posto, per dare una dignità a chi non c’è più ma che continua a vivere nei loro cuori e nei loro ricordi. Un posto in cui poter pregare, restare in silenzio o dove andare a raccontare qualcosa, come si fa con un’amica. Come si fa con una mamma. Come si fa con una moglie. Come si fa con una figlia.
Sul luogo di sepoltura di Maria però da mesi c’è un cumulo di terra piena di detriti, pietre e materiali di scarto di mattoni. Ai familiari era stato assicurato che quel cumulo, con il tempo, si sarebbe assestato, sarebbe sceso al livello del terreno intorno. Che in quel posto sarebbe nata dell’erba e si sarebbe potuta sistemare la lapide. Ma così non è stato, e in particolare proprio per la presenza dei materiali citati. L’erba è cresciuta, ma scomposta e spunta qua e là tra pietre e pezzi di mattoni. Impossibile sistemare una lapide. Un dolore immenso pensare che sotto quella montagnola riposi chi si amava e si ama così tanto.
Succede nel cimitero di Caira. Numerose le segnalazioni, le richieste, gli appelli dei familiari, degli amici della donna. Nessuno è andato a sistemare questa situazione incresciosa, che purtroppo accomuna molti se non tutti i defunti che hanno trovato riposo eterno in quel fazzoletto di terra. Ma, dove per alcuni non ci sono volti, nomi e famiglie, per Maria c’è un esercito che chiede di vedere il terreno livellato così da poter apporre una lapide. Non sembra una cosa tanto assurda, una richiesta folle. In realtà non dovrebbe neanche nascere questa richiesta. Eppure con discrezione e pacatezza in tanti si sono recati presso gli uffici preposti in Comune per avere risposte e sollecitare risposte. Ma niente è cambiato, se non il peso sul cuore e il dolore per il protrarsi di questa situazione. Il terreno si livellerà la risposta continua, ma è evidente che non potrà accadere se non saranno tolti i detriti.
Ovviamente i familiari e gli amici non possono spostare il terreno per eliminare pietre e detriti, non è possibile, altrimenti lo avrebbero già fatto. Quello che chiedono per la loro amata è un po’ di umanità e di rispetto. Ora, come già da tempo, spetta a chi ne ha ruolo e responsabilità, agire affinché questa famiglia e la dolce Maria abbiano il rispetto che meritano. Come lo meritano tutti gli altri, magari senza volto e senza nome, che riposano in quella terra.
A Maria e a coloro che riposano sotto cumuli di terra disordinati e dimenticati vogliamo dedicare le parole di Ugo Foscolo: “Ahi! sugli estinti non sorge fiore, ove non sia d’umane lodi onorato e d’amoroso pianto.”
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