Cassino Notizie
Via Zamosch, la beffa della lentezza della burocrazia
La notizia è arrivata questa mattina, si può iniziare con la rimozione dei materiali presenti nei locali commerciali della palazzina di via Zamosch che il 22 luglio scorso è stata avvolta dalle fiamme. Un incendio che ha lasciato il segno, non solo visibile sulla struttura, ma anche nella comunità cassinate. Fin da subito la polemica è montata tra un senso di abbandono delle prime ore, una raccolta di fondi lanciata a favore del condominio senza però aver dato voce alla totalità degli inquilini, molti dei quali si sarebbero detti non a favore della raccolta, poiché non era questa la prima necessità, e il silenzio assordante che ne è seguito. Poi il sindaco il 28, a una settimana dall’incendio, ha scritto al presidente della Regione Rocca e al prefetto di Frosinone per chiedere aiuto e sostegno anche economico. Nessuna risposta è arrivata.
Nel frattempo sono stati effettuati dei sopralluoghi, sono andate avanti le indagini per stabilire se l’incendio fosse di tipo doloso. Immediatamente l’amministratore di condominio ha inviato istanze per chiedere che dalla Procura si accelerasse con i dovuti controlli, per permettere a un perito di poter entrare ed effettuare i rilievi necessari a stabilire come agire, sia per verificare la situazione strutturale, sia per analizzare eventuali materiali presenti nel palazzo.
Oggi, dopo l’ok della Procura, è arrivata anche l’ordinanza sindacale per avviare la bonifica dei locali commerciali e già qualche residente del quartiere avrebbe notato i primi movimenti nell’area. Ci sono delle tempistiche indicate nell’ordinanza “di provvedere con la massima urgenza e comunque entro e non oltre il termine di 10 (dieci) giorni dalla notifica della presente Ordinanza, alla rimozione dei rifiuti abbandonati all’interno ed all’esterno dell’edificio come in premessa individuato, allo smaltimento/recupero degli stessi e alla bonifica, nei modi di legge e tramite ditte opportunamente autorizzate”
Gli inquilini sono sicuramente amareggiati, la situazione non è delle migliori. “Quando siamo scesi la sera del 22 dalle nostre abitazioni, vedendo la situazione, abbiamo subito immaginato che non saremmo rientrati a breve. Sicuramente siamo in un periodo piuttosto delicato, è piena estate. In 20 giorni grazie a diversi solleciti, sono stati eseguiti i controlli e si sta per partire con la bonifica. Le abitazioni che sono rimaste aperte nelle ore successive all’incendio, anche per permettere il raffreddamento, sono poi state chiuse e ognuno di noi, scortato dai vigili del fuoco, ha portato via effetti personali. Nessuno di noi è felice di questa situazione, saremmo ipocriti a dire che non è un disagio, ma molti si sono organizzati tra parenti e amici”.
Inoltre, sembrerebbe, per chi era in affitto che alcuni proprietari avrebbero sospeso il pagamento. Per chi non lo ha fatto, potrebbe prendere spunto. Per la questione dei mutui, alcuni interessati si stanno attivando con l’assicurazione -quella per incendio è obbligatoria alla stipula del mutuo – e in questo caso con molta probabilità le rate saranno sospese. Anche perché è chiara e ovvia la situazione, non sarà un problema produrre le documentazioni.
La norma in merito è chiara “Il beneficiario dell’assicurazione scoppio e incendio è la banca che ha concesso il mutuo. In caso di sinistro, l’indennizzo va direttamente all’istituto di credito per rimborsare il capitale residuo del mutuo.
Questo significa che il mutuatario non riceve direttamente il denaro, ma viene liberato dal debito fino all’importo risarcito. Se il danno è inferiore al debito, la banca continuerà a chiedere il pagamento del restante capitale. Se invece il danno è inferiore al valore dell’immobile, la parte eccedente potrebbe spettare al mutuatario, a seconda delle condizioni contrattuali”.
Ovviamente si dovrà procedere con l’analisi delle singole situazioni. E’ ovvio che tutti speriamo di vedere gli inquilini rientrare quanto prima, magari già nelle prossime settimane, e riprendere possesso delle proprie abitazioni e della loro quotidianità.
Sarà ancora lunga? Questo non è ancora chiaro, sicuramente la notizia dell’ok per la bonifica lascia ben sperare. Le tempistiche sono strette, 10 giorni. Alcune abitazioni, oltre al locale commerciale, hanno subito danni evidenti e maggiori. Per altre abitazioni invece non ci dovrebbero essere problemi. Una volta effettuata la bonifica saranno effettuati anche i dovuti sopralluoghi per verificare la stabilità della struttura e la situazione degli impianti, altro aspetto molto importante e da non sottovalutare. In base alla gravità o meno della situazione si avranno date di rientro certe, non è da escludersi che se gli interventi non si palesano come eccessivamente invasivi o radicali, già entro fine settembre qualcuno potrebbe rientrare in casa.
Venendo alle dovute lamentele di un’altra parte dei residenti della palazzina, che, giustamente, chiedono dove sia finito il sostegno delle istituzioni, era proprio questo l’aspetto sul quale in prima battuta avevamo insistito. Perché la prima risposta istituzionale parte da chi è sul posto, quindi dal Comune. In quella circostanza proprio alcuni inquilini evidenziarono come la responsabilità della risposta in prima battuta non sarebbe dovuta arrivare dal Comune, ma da altri. Salvo poi, a tre settimane dall’incendio, quando il silenzio assordante ha fatto sentire tutto il suo peso, esternare tutto il disappunto.
Resta una certezza, i protagonisti di questa triste vicenda avevano e hanno bisogno di risposte e di tempistiche, di certezze e di garanzie lasciando da parte eventuali raccolte di fondi che, al momento, non servirebbero a sopperire alla lentezza della macchina burocratica. La comunità c’è, Cassino non ha mai abbandonato un suo figlio. Quindi, per chi volesse aiutare eventuali famiglie che stanno cercando una soluzione in affitto per i mesi necessari a rientrare a casa, magari a un prezzo accessibile, può utilizzare i social, uno strumento molto amato dai cassinati e che può servire, mai come adesso, a questo. In maniera semplice e diretta. O anche contattare direttamente il Comune che potrebbe mettere in contatto le parti. E come direbbe Giobbe Covatta, “Basta poco, che ce vò”.
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