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Salera, il Giappone e le difese dell’ultimo samurai

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E’ ormai cosa nota che in questa città l’italiano sia diventato oggetto di interpretazione, dove tra tagli e ritagli, post e riposti, se ne esce peggio che dal gioco del telefono e il messaggio iniziale viene quasi sempre storpiato. Intanto dalle dichiarazioni di De Sanctis si ricava ben altro messaggio, sicuramente non una “difesa di Salera” come ha ben voluto sottolineare il buon professor Costa, in azione come Tom Cruise nei panni dell’ultimo samurai. Ma un’osservazione sul viaggio deciso e organizzato senza comunicarlo alla cittadinanza.
E anche rispondere a un articolo pubblicato sulla nostra testata attraverso un’altra testata non è delle migliori azioni di bon ton, ma laissez passer. Avremmo pubblicato la risposta come facciamo sempre quando ne inviano. Perché noi, le regole, le rispettiamo.

Detto questo, analizziamo un po’ la questione che sembra essere sfuggita di mano. Il sindaco accompagnato da un impiegato comunale è partito alla volta del Giappone per portare un messaggio di Pace. E’ stato detto che non era giusto? No. E’ stato detto che era sbagliato portare il messaggio di Pace? No. E’ stato detto che il costo dei titoli di viaggio sembrava quantomeno spropositato al netto delle difficoltà che il territorio, il Comune e i cittadini stanno vivendo in questo momento. Ma che comunque era stata una scelta. Inoltre se la città e i suoi abitanti cosi “emozionati” per questa trasferta avessero vissuto questo viaggio in Oriente con lo stesso entusiasmo e tenacia di come l’hanno difeso sui social, avrebbero potuto riempire bacheche e profili con riflessioni sull’importante anniversario o quantomeno condividere le notizie che vedevano coinvolto il sindaco in questo viaggio. Approfondire la conoscenza sull’evento al quale ha partecipato il sindaco. Ma, come spesso accade, si va dritti coi paraocchi come nel migliore degli eserciti, senza soffermarsi a capire il perché e il significato dei contenuti.

Allora gli estimatori “della Pace a tutti i costi che Cassino deve essere al centro con la sua presenza a prescindere da qualsiasi cosa e chi dice il contrario è cattivo” avrebbero compreso meglio il valore del viaggio.

Cerchiamo di ristabilire un ordine. Qui non si sta discutendo il fatto se il Sindaco sarebbe dovuto essere presente alla Conferenza dell’associazione “Mayors of Peace”, sodalizio a cui Cassino ha aderito nel lontano 1983, si discute del fatto che la cifra sembra un po’ sproporzionata per i soli titoli di viaggio relativi a due persone. Inoltre c’è da precisare che il primo cittadino ha rappresentato solamente Cassino e non l’Italia come si voleva far credere nei comunicati stampa diramati dal Comune. Ed ecco il perché: il presidente dell’associazione “Mayors of Peace” Kazumi Matsui, sindaco di Hiroshima, ha scritto una lettera a tutti i “soci” per comunicare che come di consuetudine, ogni 4 anni, si sarebbe tenuta la Conferenza Generale del sodalizio e che, ovviamente, questa sarebbe stata in concomitanza con l’80esimo anniversario del lancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Ora, come si evince dal testo della missiva nessuno ha richiesto e tanto meno obbligato il primo cittadino di essere presente all’evento. È stata semplicemente una scelta “politica”, forse per dare lustro alla città, in un contesto che comunque non rientrava nelle celebrazioni ufficiali riguardanti la ricorrenza internazionale e nazionale giapponese, o semplicemente per dare un po’ di verve alla sua personale campagna mediatica. Si deve precisare inoltre che i sindaci delle città di Cervia e Mirano che venivano dati come certi partecipanti, hanno dato forfait, ma come ogni anno hanno dato vita ad eventi e celebrazioni per la ricorrenza del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki nei propri comuni. Cosa tra l’altro che negli ultimi sei anni a Cassino non si è mai verificata. Dunque, le scelte si “pagano”, ma 12.000 euro per i soli titoli di viaggio (due persone), senza considerare anche il soggiorno (Perché sembrerebbe che Mayors of Peace non abbia ospitato tutte le delegazioni presenti) sembra veramente un po’ eccessivo. E nel contesto fuori luogo. Non siamo esperti di viaggi, ma vista la somma, la business class poteva risparmiarsela. O almeno uno dei due avrebbe potuto viaggiare “chiuso in valigia”.

Il consigliere Evangelista ha fatto emergere ulteriori dettagli.

Il post di De Sanctis senza tagli e ritagli

Tornando al post di De Sanctis, è cosa buona e giusta, per onestà intellettuale, contestualizzate la frase estrapolata dal prof. Costa, che con la lingua sa destreggiarsi bene.
“ERA LA CITTÀ CHE DOVEVA AVER VISIONE.

Il problema che mi pongo, e che molti di voi ( forse disconoscendolo) non fanno, è sulla decisione iniziale ( una volta che il sottoscritto, seguito poi da alcune testate online ha reso pubblica la partenza, ebbene il sindaco ha reso noto il viaggio e piano piano ha anche pubblicato), del sindaco di non voler divulgare la notizia della sua partecipazione a tale evento internazionale.

Una amministrazione che fa conferenze stampa anche sulle sagre dei pomodori, non coglie una occasione così ghiotta, e farci un uso mediatico appropriato, per poter fare assurgere la propria cittadina a emblema/ messaggera internazionale della Pace, denuncia sicuramente un problema di visione per una giusta prospettiva di sviluppo.

Si tratta di pochezza cerebrale o il sindaco in cuore suo aveva veramente timore che venisse fuori la determina che impegnava la spesa dei 12.000,00€.? e quindi le successive eventuali polemiche?

In ambo i casi, dimostrazione di inadeguatezza…”

Ed ecco che il messaggio di De Sanctis perde quell’alone luminoso di difesa di Salera, così accuratamente evidenziato dal prof Costa. E si esplica in tutto il suo contenuto.

Alias, silias, trilias, c’è un barbatrucco linguistico per tutti i gusti.

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