San Germano fino al 1863) è un comune italiano di 35 089 abitanti[1] della provincia di Frosinone nel Lazio. Seconda città della provincia per numero di abitanti, dopo il capoluogo fu per secoli il principale centro della Terra di San Benedetto, aggregato fin dal medioevo alla Terra di Lavoro. Ultima città verso sud della Valle Latina[5], si sviluppa ai piedi del monte che chiude infatti la valle e su cui sorge la celebre abbazia di Montecassino, lungo un percorso storicamente strategico per le comunicazioni tra il centro e il sud d'Italia. Pressoché totalmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e per questo nota anche come la città martire, è stata completamente ricostruita nel dopoguerra.
Origini del nome
La città, in epoca romana, viene chiamata Casinum. Secondo Varrone, nel suo De lingua Latina[6], il toponimo deriva dalla parola osca cascum, dal significato di "antico", ad indicare la remota origine dell'insediamento. Sempre Varrone ricorda infatti l'uso diffuso tra i romani di identificare Cassino come Forum Vetus ("Foro antico")[7]. A causa delle vicende medioevali, non mantenne sempre lo stesso nome: divenne prima Castellum Sancti Petri; poi Eulogimenopoli, ovvero "Città di San Benedetto"; infine "San Germano", originato dalla presenza nella chiesa di San Germano di reliquie del san Germano, vescovo di Capua, venerato dai fedeli. Con l'Unità d'Italia e con atto del 1863,[8] la città prese il nome definitivo di Cassino, la romana Casinum.
La Cassino classica
I primi insediamenti sono sorti nelle caverne della collina, perché nella vallata vi era un bacino lacustre. Sono stati rinvenuti reperti che attestano la presenza umana risalenti al Neolitico; nell'Età del ferro si dovrebbe essere formato uno stanziamento attestato dalla presenza di una necropoli.
L'origine di Cassino è normalmente fatta risalire agli Osci[9][10][11]. Tra il VI e il V secolo a.C. i Volsci, un'altra popolazione osco-umbra, sarebbero calati nel Lazio da una zona montagnosa, forse la Sabina[12] e avrebbero occupato l'area[13]; alcune ricerche propongono una presenza volsca già all'VIII sec a.C.[14] Altri studiosi, invece, rifiutano una presenza volsca[11]. Più tardi, prima della conquista romana, la città era ormai in possesso dei Sanniti[15][16].
Quando i romani nel 313 a.C. presero il controllo dell'area, fondarono una colonia, Interamna Succasina (o Lirenas)[17], che controllava parte del territorio di Aquino e Cassino. Annibale transitò nell'area durante la seconda guerra punica, ma Casinum rimase fedele a Roma.
In epoca romana l'abitato era collocato presso l'attuale frazione Crocefisso ed era attraversato dall'antica via Latina.[18] Era fortificato da circa 4 km di mura ed era ricco di monumenti, essendo la città agiata. A Casinum eresse una sua villa Marco Terenzio Varrone.
Fu prima municipium, poi colonia e infine praefectura a testimonianza del progressivo inserimento nell'ordinamento dell'Urbs. Oltre al passaggio della via Latina, nel territorio di Casinum nasceva una via verso la Val di Comino, l'Abruzzo, Sora e che infine giungeva a Roma. La città era attorniata da pagi; uno di questi nei secoli è divenuto l'attuale località Sant'Angelo in Theodice.
Apollo era tra le divinità più venerate. L'ubicazione del suo tempio è stata identificata a Montecassino, l'acropoli della città, da Gianfilippo Carettoni[19], che nel 1940 citava come fonti i Dialoghi di San Gregorio Magno. Tale complesso sorgeva dove oggi è l'abbazia; aveva anche funzione militare: era difeso da una doppia cinta muraria che oggi possiamo ancora ammirare in parte; venne costruita con pesanti pietre sagomate per tenersi insieme a secco e si congiungeva alle fortificazioni cittadine. Tra le altre divinità venerate v'era Deluentinus, dio locale delle acque.
La città era servita da un acquedotto; il "foro", secondo il Carettoni, era collocato esternamente alle mura perché vi si effettuava il mercato dei bovini. Recenti studi propendono, invece, per identificare l'area forense all'interno delle mura urbiche nelle vicinanze del teatro e della cosiddetta porta Campana. Sulle rive del Gari vi erano la Villa di Varrone e le terme, ritratti nel Cinquecento da Francesco da Sangallo, ma oggi molto danneggiati. Ci sono giunti e si possono ammirare in località Crocefisso, l'anfiteatro, edificato su di un declivio naturale e il teatro; la chiesa dedicata al Crocefisso è costruita in quello che fu il cosiddetto sepolcro di Ummidia Quadratilla. Costei, figlia del console Ummidio Durmio Quadrato, apparteneva a una delle famiglie più importanti della città; viene descritta da Plinio il Giovane come una donna ricchissima dal carattere mascolino e dal fisico massiccio; donò alla città un tempio e un anfiteatro.
Nell'area di Cassino esisteva un'associazione dei produttori di olio: l'olio della zona era famoso tanto da essere citato da Macrobio. La qualità della produzione agricola del territorio è sottolineata anche da Catone. Molto importante era anche l'allevamento di bestiame e la produzione di ceste e funi, data l'abbondanza di materia prima di questi prodotti nei pressi di zone ricche di acque.
La leggenda vuole che san Pietro in persona, transitando per queste terre per raggiungere Roma, predicò per primo il cristianesimo ai Cassinesi. Quel che è certo è che a Cassino vi fu un'antica comunità di Cristiani, come testimoniano molti martiri.
Dopo la riorganizzazione dell'Italia suburbicaria, Casinum si ritrova nella provincia del Sannio.[20]
Nell'Alto Medioevo, varie incursioni barbariche danneggiarono profondamente Casinum che fu totalmente distrutta dai Longobardi guidati da Zotone.