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Tav, Bòrrea coordinatore locale di FdI scrive a Trenitalia
Stazione Tav a ferentino, a margine dell’incontro promosso dalla Cisl di ieri il coordinatore di Cassino di FdI, l’avvocato Alberto Bòrrea scrive a Rfi. Lo fa per chiedere chiarimenti in merito alla decisione di puntare esclusivamente sull’area nord della provincia, senza valutare eventualmente la posizione strategica di Cassino e del Cassinate per assurgere allo stesso ruolo. Lo fa evidenziando una scelta che non ha lasciato spazio, così sembrerebbe, ad altre alternative. Il coordinatore espone la sua tesi incalzando per una risposta quanto prima per conoscere la posizione dell’azienda nei confronti della possibilità di realizzare il progetto nella città martire che offrirebbe garanzie infrastrutturali e strategiche particolarmente valide.
“Io sottoscritto Avv. Alberto Bòrrea, nella qualità di Presidente del Coordinamento Cittadino di Fratelli d’Italia – Cassino, rivolge a codesta Rete Ferroviaria Italiana formale istanza di chiarimento, accesso agli atti e sollecito confronto operativo, a seguito dei recenti sviluppi e delle indicazioni emerse in ordine alla localizzazione della futura stazione Alta Velocità del Lazio meridionale, con particolare riferimento alla sistematica esclusione del nodo ferroviario di Cassino da ogni valutazione
pubblicamente nota.
In occasione del convegno promosso da CISL Lazio presso Ferentino in data 30 giugno 2025, alla presenza di rappresentanti del Governo, della Regione Lazio e dei vertici regionali del sindacato, è stato presentato e pubblicamente illustrato uno studio preliminare di RFI che individua come sito preferenziale per lo scalo AV in Ciociaria l’area di Ferentino/Supino.
Nel corso dell’evento, sono stati esposti dati, ipotesi di tracciato e impatti socio-economici riferiti esclusivamente all’opzione Ferentino, ignorando totalmente la possibilità di localizzazione a Cassino, nonostante i presupposti infrastrutturali, logistici e territoriali decisamente favorevoli.
È ormai evidente – contrariamente a quanto artatamente diffuso da taluni comunicati stampa, verosimilmente ispirati da finalità meramente propagandistiche – che non risulterebbe in corso alcun concreto tavolo di lavoro progettuale presso RFI volto alla realizzazione di interventi strutturali, finanziati con risorse del PNRR, per l’elevamento della tratta Roma–Cassino agli standard dell’alta velocità ferroviaria. Le uniche iniziative in atto sembrerebbero riguardare meri lavori di manutenzione ordinaria o interventi di ammodernamento circoscritti, privi di una visione integrata e trasformativa. Appare dunque improcrastinabile, in un’ottica di trasparenza e leale cooperazione istituzionale, un chiarimento ufficiale sulla reale fattibilità di tale progetto. In difetto, l’ulteriore conferma di una esclusione sistemica e non motivata del nodo di Cassino – già verificatasi nei precedenti momenti di confronto – assumerebbe un profilo allarmante, in aperto contrasto con i principi di imparzialità tecnica, equità territoriale e razionale allocazione delle risorse pubbliche.
Tale esclusione sistemica e non motivata del nodo Cassino, già in essere nei precedenti momenti di confronto istituzionale, assume un carattere allarmante, ponendosi in contrasto con ogni criterio di trasparenza, imparzialità e pianificazione razionale degli investimenti pubblici.
Cassino rappresenta un nodo consolidato di trasporto:
- servita dalla linea ferroviaria Roma–Napoli via Casilina, con traffico stabile passeggeri e
merci; - dotata di stazione attiva, collocata a meno di 2 km dal casello A1;
- con interconnessioni operative verso Campania, Molise, Abruzzo, baricentrica rispetto a
un bacino di oltre 500.000 abitanti; - sede universitaria, industriale, turistica, con potenzialità immediate di intermodalità.
Al contrario, l’area Ferentino/Supino – pur oggetto di attenzione politico-mediatica – non dispone di alcuna infrastruttura ferroviaria attiva, richiederebbe realizzazioni integrali da zero (binari, scalo, urbanizzazione) e comporterebbe un aggravio significativo di tempi e costi pubblici, a fronte di un’accessibilità territoriale inferiore.
L’esclusione del nodo Cassino da ogni istruttoria comparativa pubblica si configura come una distorsione metodologica e sostanziale, che lede il principio di imparzialità tecnica e la par condicio territoriale nella pianificazione delle opere pubbliche.
In assenza di un’analisi oggettiva e documentata che dimostri la non idoneità della sede cassinate, ogni avanzamento procedurale a favore dell’area nord della provincia rischia di compromettere la legittimità strategica e politica della scelta definitiva, con possibili profili di contestazione pubblica e istituzionale.
Alla luce di quanto esposto, si chiede a codesta RFI:
a) di indicare formalmente le ragioni dell’esclusione del nodo ferroviario di Cassino dagli studi
comparativi noti;
b) di concedere l’accesso integrale agli atti, elaborati tecnici e verbali già redatti in fase istruttoria,
ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013 e del D.Lgs. n. 36/2023;
c) di attivare immediatamente una valutazione comparativa integrativa che includa Cassino tra i siti oggetto di studio, anche ai fini della programmazione nazionale e regionale;
d) di astenersi da ogni decisione definitiva, finché non sia completata un’istruttoria tecnica aperta, verificabile e comparabile tra tutte le alternative logistiche.
La presente nota non è un mero contributo politico: è un atto di responsabilità verso un territorio che ha tutti i requisiti per ospitare uno snodo AV moderno, sostenibile e pienamente interconnesso, e che non può essere marginalizzato sulla base di premesse tecnicamente superabili o politicamente orientate.
Si confida in un cortese e tempestivo riscontro e, comunque, non oltre gg. 15 dalla ricezione della presente.”
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