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Quindici anni fa fu assassinato l’avvocato Pallini. Un uomo perbene. Un padre. Un marito

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di Paola E. Polidoro – Sono trascorsi 15 anni da quel martedì di fine ottobre. Era pomeriggio, un tiepido pomeriggio autunnale del 2010, quando la cieca follia incrociò la strada di Massimo Pallini. Era un avvocato, era un marito, era un padre. Ma più di tutto, Massimo era un uomo perbene. Un uomo il cui sorriso e la cui risata erano contagiosi. Il volto buono, lo sguardo luminoso, dedito al lavoro e alla famiglia. I suoi colleghi ne conservano un ricordo speciale. Ma quel pomeriggio non vide mai fine, Massimo entrò nel suo studio per non uscirne più, se non nel buio del silenzio.

Già lavoravo da tempo, scrivevo, e quel pomeriggio mi trovai a qualche metro da quel portone. Casualmente.

Sentii trambusto, vidi auto sfrecciare e le sirene. Osservavo da cronista, e cercavo di capire, ma non avevo idea dell’enorme tragedia che si era consumata in quel palazzo all’angolo. Solo nelle ore successive riuscimmo a ricostruire quanto accaduto. E ricordo la luce che si faceva sempre più fioca, fino a che il buio non avvolse anche Cassino.

Massimo a soli 45 anni lasciava questa terra, la sua adorata moglie e un figlio che aveva solo 10 anni e che oggi è un giovane uomo di cui sicuramente sarebbe stato molto fiero. Un giovane uomo che ha già raggiunto importanti traguardi di studio, che ha un carattere pacato proprio come suo padre, con il quale il confronto è sempre costruttivo. Mosso da tante passioni e da una curiosità acerba ed entusiasta. Un giovane uomo come ce ne sono pochi. Grazie anche all’amorevole lavoro portato avanti giorno dopo giorno dalla madre, Eliana, una donna a cui tanto è stato tolto ma che ha saputo continuare a dare. Questo è il seme lasciato da Massimo, un seme che oggi è diventato un albero e che offre frutti importanti.

Tra i colleghi spesso il pensiero va a quel sorriso luminoso, a quell’avvocato che perse la vita ottemperando ai suoi doveri. A porre fine alla sua vita fu un uomo, che entrando nello studio disse ai presenti “Devo solo dire una parola all’avvocato”. Un sessantaseienne che entrò in quella stanza e gli sparò a bruciapelo mentre in sala d’attesa c’erano altre persone. Che poi uscì per allontanarsi.

Un suo cliente insoddisfatto dell’esito di una causa di lavoro. Fu lui stesso a costituirsi dopo qualche ora. L’uomo riteneva il legale colpevole delle sue problematiche economiche, collegandole alla causa per invalidità che gli aveva curato. Del caso ne parlarono le cronache nazionali. In un tempo in cui i social non erano ancora iper presenti nella quotidianità come lo sono oggi, quella notizia rimbalzò su testate nazionali, sulle televisioni.

Poi il caso fu lasciato alle colonne delle cronache locali. Ma nessuno in città e nel territorio ha mai dimenticato quel terribile giorno. Quello in cui un uomo, Natalino Di Mambro, alle 16 del 27 ottobre 2010, con in mano una Glock pose fine alla vita di Massimo Pallini con 4 colpi in uno studio di via Cimarosa.

L’anno dopo, a novembre, con rito abbreviato arrivò la condanna per quell’uomo: trent’anni di carcere.

Massimo però non c’era più, di lui restano il ricordo, l’assenza, i valori impressi nella memoria di chi lo ha conosciuto e di chi scorge la luce del suo sguardo negli occhi del figlio Luca. A lui e alla sua mamma, che con amore e tenacia hanno affrontato questa enorme e ingiusta perdita, va tutto l’affetto e il rispetto di una comunità che non dimentica e che non dimenticherà mai l’avvocato Pallini, l’uomo perbene ucciso alla sua scrivania.

Sarà celebrata oggi alle 18 nella chiesa di Sant’Antonio, una messa in memoria di Massimo Pallini.

La lettera dell’avvocato Giuseppe Di Mascio, presidente dell’Ordine

“In occasione del quindicesimo anniversario del barbaro assassinio del compianto Avvocato Massimo Pallini sento la necessità di scrivere personalmente ad ognuno di voi.

L’Avvocato Massimo Pallini fu brutalmente ucciso con quattro colpi di pistola nel suo studio il giorno 27 ottobre 2010. In un grigio pomeriggio di ottobre una mano assassina e soprattutto vile pose fine alla il movente e le modalità di questo orrendo delitto erano strettamente legati all’esercizio di quella nobile Professione Forense che nemmeno un gesto così  infame potrà mai infangare né, tantomeno, intimidire. Massimo Pallini iniziò ad esercitare la professione a Roma ma dopo qualche anno si trasferì a Cassino.

Con l’aiuto della cara moglie Eliana, partendo praticamente da zero, aprì il suo studio, riuscendo in pochi anni ad annoverare una considerevole clientela. Una vita di impegno e di sacrifici, costruita, giorno dopo giorno, con spirito di abnegazione, con la dedizione al suo lavoro.

Una storia d’amore, di progetti di vita insieme, spazzata via con un colpo di spugna in un pomeriggio di ottobre. Proprio per questo l’Avv. Massimo Pallini è stato considerato un “Eroe Borghese”, vittima di un bieco assassino che vigliaccamente non gli ha dato nessuna possibilità di difendersi.

Fu una vile aggressione che offese non solo la sua persona, la sua famiglia, ma anche tutta l’Avvocatura.

A distanza di anni è ancora più attuale una riflessione su quanto accaduto soprattutto per ribadire la Nobiltà ed il Valore di una Professione che affonda le sue radici nell’inizio della convivenza umana e che non può essere infangata né tantomeno intimidita da un gesto cosi vile ed infame.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto che nel sentire comune è sempre minore la considerazione che si ha della nostra professione.

Negli ultimi anni si è affermato un trend culturale che ha partorito un vero e proprio pregiudizio ideologico nei confronti dell’Avvocatura. Pur in questo diffuso clima di diffidenza, però, abbiamo il dovere di riaffermare il ruolo centrale dell’Avvocatura in una società che assuma di voler assicurare la libertà e la giustizia.

E ora il tempo di cercare il riscatto facendo leva sul nostro orgoglio consapevoli, però, che lo stile di vita, la correttezza professionale ed un comportamento sempre più rispettoso dello spirito di colleganza, sono gli strumenti principe per riaffermare la dignità del ceto forense. Vi invito, pertanto, a partecipare alla Messa in suffragio in memoria dell’Avvocato Massimo Pallini che sarà celebrata a Cassino lunedì 27 ottobre alle ore 18 nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova”.

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