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Divieto di dimora per Gianluca Quadrini: disposta la misura cautelare dal Gip
In data odierna la Tenenza della Guardia di Finanza di Arce, con il supporto del Gruppo di Cassino, ha dato esecuzione nei confronti di un consigliere provinciale all’ordinanza della misura cautelare personale del divieto di dimora nelle province di Frosinone e Latina nonchè dell’obbligo di presentazione alla p.g., emessa dal GIP presso il Tribunale di Cassino,su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino, per i reati di truffa perpetrata in concorso con altri 5 soggetti (non colpiti dal provvedimento), e di peculato.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore titolare del fascicolo e coordinate dal Procuratore Carlo Fucci, sono state condotte escussione a sommarie informazioni di molteplici persone e hanno visto l’acquisizione di corposa documentazione presso società e cooperativa che, nel tempo, hanno ricevuto incarichi con affidamenti diretti o si sono aggiudicati appalti con la XV Comunità Montana di Arce.
In particolare, dal 2019, quando l’indagato era presidente della Comunità Montana, l’Ente ha concluso appalti e conferito affidi diretti ad una società cooperativa, con sede ad Anagni per la realizzazione di progetti e interventi di promozione e sviluppo del territorio, per un importo di circa 90.000.
Tali servizi non sono stati eseguiti, ovvero eseguiti solo parzialmente ed in modo non conforme a quanto pattuito e/o previsto, in quanto la cooperativa, a tale scopo, ha stipulato “contratti di conferimento di incarico occasionale” con 6 soggetti che in realtà, durante l’orario di lavoro a cui erano contrattualmente tenuti, sono stati impiegati in via esclusiva ovvero prevalente, in attività di segreteria dell’uomo politico in parola, con il compito di promozione elettorale e politica a suo favore. Al fine di poter fornire parvenza di legalità per tale pratica, sono stati compilati falsamente fogli di presenza e relazioni conclusive riguardanti i progetti e gli interventi per il territorio.
Le indagini svolte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Arce, hanno dimostrato che con lo stesso modus operandi, nell’anno 2023, per la partecipazione alle elezioni regionali del Lazio, elezioni provinciali di Frosinone ed elezioni comunali di Arpino, l’indagato ha utilizzato personale che aveva stipulato dei “contratti di somministrazione di lavoro a termine” per prestazioni lavorative da svolgere per conto delle società in house della Provincia Frosinone, A.P.E.F. e Frosinone Formazione Lavoro, nonché con la Fondazione Logos I (ente a partecipazione pubblica).
Anche in questo caso, le tre lavoratrici hanno percepito complessivamente circa 45.000 euro, non svolgendo l’attività per cui erano state assunte, ma utilizzate, in via esclusiva ovvero prevalente, quali segretarie personali del politico, addette alla sua promozione politica in occasione delle varie campagne.
Infine, ulteriori accertamenti condotti hanno permesso di ipotizzare in capo all’indagato ulteriori condotte di truffa, in concorso con altro soggetto, nonché di peculato.
In particolare, è emerso che lo stesso, in concorso con il suo legale di fiducia in altro procedimento penale (anch’esso indagato nell’odierno procedimento), ha richiesto – e indebitamente ottenuto dalla Comunità Montana – il rimborso di spese legali non spettanti e comunque mai sostenute.
Nello specifico,il politico in questione, successivamente all’assoluzione intervenuta in un procedimento penale che lo vedeva coinvolto in qualità di Commissario liquidatore dell’Ente
Montano, ha richiesto all’ente montano il rimborso di spese per prestazioni in realtà erogate da altri legali (altri due legali hanno difeso l’indagato nella fase delle indagini preliminari e udienza GUP, non percependo compenso, mentre il legale coinvolto esclusivamente per il rito ordinario), ma per cui il suo legale ha emesso fattura per intera prestazione.
Ulteriormente, i militari della Tenenza di Arce hanno raccolto elementi idonei a integrare la fattispecie di reato di cui all’articolo 314 c.p., in quanto il consigliere provinciale, allorquando era Presidente della XV Comunità Montana di Arce, ha utilizzato per scopi personali due autovetture in uso all’Ente, e le relative schede carburante, per effettuare le campagne elettorali in occasione delle proprie candidature.
All’esito delle indagini, il P.M. ha avanzato per il consigliere provinciale richiesta di applicazione della misura coercitiva personale.
In data 25.07.2025, quest’ultimo è stato sottoposto al cd. “interrogatorio preventivo” ai sensi art. 291, comma 1 quater C.p.p., da parte del GI.P. presso il Tribunale di Cassino il quale ha accolto la richiesta.
Contemporaneamente all’esecuzione della misura coercitiva, il P.M. titolare delle indagini, ha disposto la notifica per il consigliere provinciale ed ulteriori 5 indagati della conclusione delle indagini preliminari, ex articolo 415 bis c.p.p..
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari durante le quali, come anche nelle successive fasi procedimentali/processuali, gli indagati potranno far valere le loro difese ai sensi del c.p.p.
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