Cassino Notizie
Una panchina devastata che racconta di una città da tempo “malata”
Non una semplice panchina rotta, non il gesto di uno o più vandali, ma un simbolo. Il simbolo di una città che ha qualcosa che non va, una società malata e ferita. Perché se qualcuno ritiene “divertente” distruggere una panchina nel cuore di una frazione, una panchina che viene usata dalla comunità, una panchina che non ha “stagioni” o colori politici, che non appartiene a uno ma a tutti, allora abbiamo fallito tutti.
E il fatto che sia accaduto in una frazione dove il tempo della quotidianità viene scandito in maniera lenta e collettiva, rende il gesto ancora più grave. Pare che nella piazzetta non ci siano telecamere, o comunque quelle che si trovano nella zona non riprendono quello spicchio di marciapiede. Nessuno poi avrebbe sentito nulla, e i residenti si sono ritrovati questa mattina con lo scempio così. Una panchina pesante, di ghisa, nuova, resistente, distrutta. Un sacchetto di un fast food sopra e rifiuti sparsi.
Una bravata, una notte di noia. Non ci sono giustificazioni per quanto accaduto. E se per farsi due risate è necessario compiere gesti simili allora tutti dovremmo porci delle domande serie, perché stiamo facendo qualcosa di sbagliato. Sbagliato è non avere mezzi di controllo, sbagliato è l’eccessivo permissivismo, sbagliato è credere che “mio figlio non lo farebbe mai” perché a fare tutto questo è sicuramente figlio.
Anche collocare una semplice panchina pubblica a disposizione della comunità richiede tanto lavoro, autorizzazioni, manutenzione e quello che è stato distrutto in poche ore era frutto dell’impegno di molte persone ed era a beneficio di tutti. E chi pagherà per questo gesto se non tutta la comunità?
Presumibilmente saranno stati giovani, giovanissimi. La “soddisfazione” per aver distrutto la panchina è stata tanta? Anche questa mattina quando la comunità si è svegliata con questa ferita? Saranno giovani del posto, ragazzi che ben conoscevano l’importanza di quella panchina, usata anche da loro per consumare il panino e bere una coca cola prima di devastare tutto. E’ questo il divertimento di cui hanno bisogno i giovani di oggi?
“Ci servono le telecamere, anche nelle frazioni. Abbiamo bisogno di controllo e sicuramente sapere che c’è videosorveglianza può funzionare anche da deterrente – ha spiegato una residente – Ma come genitori oggi abbiamo l’obbligo di parlare con i nostri figli e capire. Perché è impossibile che nessuno sappia chi sia stato, che nessuno abbia visto qualcuno seduto a mangiare e far festa. Magari non sono ragazzi di Caira, ma questo non cambia. Perché gesti come questo con il quale ci siamo svegliati, si vedono sempre più spesso ovunque, anche a Cassino. Carrellati rotti, devastati. Fontanelle danneggiate e vasi con piante e fiori vandalizzati”.
Una responsabilità che ricade su più realtà, perché il controllo parte dalle famiglie, passa attraverso la scuola, le associazioni sportive e culturali, gli oratori, funziona se la rete coinvolge istituzioni e politica.
Oggi l’unica amara certezza che rimane è l’evidenza, e quello che vediamo è una panchina rotta, un cumulo di rifiuti e qualcuno che si sarà fatto qualche risata, magari immortalando “l’impresa” con foto e video. Una cartolina di un enorme piaga.
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