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Alla ricerca di una casa con tre figli di cui uno disabile. Gli hanno staccato anche l’acqua. L’appello

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Una situazione difficile, qualcuno potrebbe dire “come tante altre”. Resta il fatto che una famiglia versa da tempo in una situazione critica e sta cercando una soluzione. Ha chiesto l’aiuto delle istituzioni, ha inviato mail, pec. Ha chiesto a conoscenti e si è messa a disposizione. Senza ottenere risultati.

Questa è una storia che inizia qualche anno fa quando Antonio si innamora di quella che sarebbe diventata poi sua moglie e madre dei suoi figli. Decidono di mettere su famiglia e, come tante altre coppie, non avendo possibilità di fare diversamente, almeno in un primo momento, vanno a vivere tutti con la mamma della compagna, in un alloggio popolare.

Negli anni la famiglia si allarga, arrivano tre bimbi di cui uno con una disabilità grave. Quando Antonio e la compagna provano a mettere a posto la documentazione della casa si rendono conto che ci sono delle gravi mancanze, pagamenti mai effettuati dalla suocera. Una cifra talmente elevata che non riescono, neanche con il massimo dell’impegno, a far fronte al pagamento. Chiedono l’aiuto di un legale che conferma che l’importo da pagare è elevato e che per riuscire a sbloccare qualcosa bisognerebbe pagarne almeno il 50%.

Antonio e la moglie si mettono alla ricerca di una soluzione, una nuova casa da cui ripartire con i loro bimbi che oggi hanno 12, 10 e 2 anni. Il bimbo di 10 anni è seguito da specialisti e, come si può immaginare, non può essere spostato continuamente, ha bisogno di continuità e certezze.

“Noi non vogliamo raccolte di soldi o donazioni, chiediamo solo aiuto affinché qualcuno ci possa affittare una casa – spiega Antonio – La disponibilità l’abbiamo, abbiamo delle entrate per far fronte alle necessità di nostro figlio, sostegni statali e io mi do da fare come posso. Ma non ho buste paga. Mi rendo conto che questo sia un deterrente per chi ha immobili da affittare, ma siamo persone serie e chiediamo solo che qualcuno ci aiuti, dandoci fiducia. Dove viviamo adesso (a Sant’Elia) ci hanno staccato anche l’acqua e da diversi giorni andiamo avanti con le scorte che acquistiamo o con le taniche che ci portano i familiari. Non è una situazione sostenibile”.

Per la famiglia andrebbe bene una soluzione a Sant’Elia, ma anche a Cassino. Questo per permettere al figlio di continuare a seguire i percorsi assistenziali che già frequenta e non creargli ulteriori disagi.

Si fanno fiaccolate, si scende in piazza per famiglie e bambini lontani che vivono difficoltà, che affrontano il brutto del mondo. Magari qualcuno potrebbe aiutare questa famiglia che è disposta a fare di tutto per assicurare ai propri figli una vita serena, fatta di amore, di rispetto e dignità, ma anche di un tetto sopra la testa e di acqua che esce dai rubinetti. Antonio è pronto a rimboccarsi le maniche, ma la casa serve quanto prima. A volte la “guerra” e la paura sono più vicine di quanto pensiamo, basta tendere una mano per salvare chi ci sta accanto. E’ l’occasione giusta per mostrare quell’umanità di cui tante volte ci riempiamo tutti la bocca.

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