Radio Cassino
Cassino (FR) – L’addio a Kekko 17 tra striscioni, ricordi struggenti e lacrime
Un epilogo ingiusto, innaturale, inaccettabile. Per una storia partita diciannove anni fa e vissuta con amore, amicizia, lealtà. A rivivere questo bellissimo capitolo troppo breve ci hanno pensato, oggi, centinaia di ragazzi che con le loro t-shirt bianche hanno portato il loro ultimo saluto a Kekko 17, che per sempre vivrà nei loro cuori di compagni di avventure, di squadra, di scuola.
Il funerale di Francesco Marrocco è iniziato, in realtà, lì dove ha perso la vita domenica scorsa, a poca distanza da casa sua.
In quel tragico punto di via Appia ci sono tanti fiori in suo ricordo e lì oggi pomeriggio si è snodato un lunghissimo corteo per raggiungere la chiesa di Santa Maria della Valle al Selvone, in territorio di Sant’Angelo. E’ una contrada molto popolosa, il sagrato è colmo di gente, ci sono striscioni e tantissimi ragazzi schierati con le loro magliette. C’è il Cassino Calcio, c’è il San Giorgio a Liri, ci sono i compagni arbitri dell’AIA Cassino, c’è la bandiera dell’Istituto Comprensivo Cassino 3 che lo ricorda ragazzino curioso e gioioso tra i banchi di scuola.
E poi l’Itis Majorana, le feste, i sacramenti, le date importanti condivise con mamma Tania e papà Mauro, con la sorella Roberta. Il ragazzino diventa grande nelle immagini che scorrono dietro la sua gigantografia accanto alla parrocchia, mentre un padre attonito sorride nel guardare quegli occhi che non dimenticherà mai e lo accompagneranno per tutta la vita. Si dispera una madre stringendo la foto incorniciata del figlio che non è più rientrato a casa. Portando con sé tutto ciò che solo una mamma può descrivere, ma non a parole.
Piange lacrime inconsolabili la fidanzata che da due anni aveva iniziato con Kekko un percorso che immaginava lungo, pieno di incognite ma anche di belle sorprese. Magari con la promessa di matrimonio e poi le nozze. Per realizzare un sogno insieme. Per fare di quel sogno un futuro costruito su solide radici. Restano solo immagini, messaggi, esperienze condivise fino a quella tragica domenica in cui tutto si è interrotto.
Don Luigi lo ha detto a chiare lettere in chiesa: “Avete fatto bene, Mauro e Tania, a crescere nell’amore Francesco. Adesso quell’amore dovete riversarlo all’esterno, su tutti”. Per dare un senso ad una vita che in questo momento sembra non ne avrà mai più uno. E che invece, a tempo debito, quando il dolore non sarà scomparso ma sarà solo attutito, prenderà forma attraverso un progetto, un impegno, un patto sociale. Per fare in modo che Francesco sopravviva a se stesso ben oltre i suoi 19 anni.
Lunghissima e straziante la commemorazione fatta di lettere, video, immagini, canzoni. Il mondo di Kekko racchiuso in una piazza fino al lancio dei palloncini bianchi, gialli e rossi. Giallorossi come i colori della Roma, che lui ha amato e seguito fin da bambino. Un inno alla vita, cantato a squarciagola dai suoi compagni per accompagnare quella bara bianca coperte di maglie. Simbolo dei suoi interessi, della sua vitalità, delle sue conquiste. In campo e fuori.
Esce mestamente il corteo dal sagrato stracolmo, si incammina lungo le strade di quella campagna cassinate assolata, che continua a risuonare di pianto.
E che farà molta fatica a far asciugare le lacrime di chi, incredulo e disperato, continuerà ad aspettare invano un messaggio, una telefonata, un qualsiasi cenno. Da lassù.
Simone Pagano
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