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Laura Bungaro è morta, una vita dedicata alla danza e ai giovani

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Ci sono notizie che lasciano senza fiato. Questa mattina Laura Bungaro si è spenta. Aveva 65 anni, e immagino che 64 li abbia passati danzando, con quel passo leggero che la contraddistingueva. Laura lascia le due adorate figlie Sara e Violetta e l’amore della sua vita, sempre al suo fianco, Mino.

Una vita nella danza, la sua grande passione, una delle sue ragioni di vita. Con Laura sono cresciute decine di generazioni di bambine sognanti, dagli occhi brillanti. Tutù leggeri, chignon ben tirati, calze sottili e rosa carne. Poi mezze, punte e movenze delicate. E sogni, desideri, cuori colmi di speranza. Qualcuno di quei cuori sognanti ci è riuscito, qualcuno ha preso il volo diventando una stella luminosa sul palco. Senza mai dimenticare quell’insegnante che li ha accompagnati lungo quel duro sentiero fatto di studio e sacrifici.

Laura era la maestra per eccellenza: severa, amorevole, attenta i dettagli, alla postura. Sapeva carpire l’indole e le inclinazioni dei ragazzi che si trovava di fronte. Un carattere a tratti spigoloso, sicuramente esigente. Ma anche materno e affettuoso. Indimenticabile la sua meticolosità nei dettagli di ogni costume, di ogni acconciatura. E di anno in anno sul palco le bambine sono diventate ragazzine, poi giovani donne. Con i loro abiti realizzati e cuciti sui disegni di Laura prima, poi di Laura e delle sue ragazze. Farfalle, maschere veneziane, apette, fiori, pirati, spagnole, tutù bianchi, rosa, verdi, arcobaleno. Dietro ogni spettacolo un mondo intero, realizzato e curato con devozione. Storie raccontate con amore. Dietro le quinte un via vai di piccole danzatrici, con lei, Laura, che ha gestito la sua squadra di mamme tra un’uscita e un cambio, tra un pianto e un attimo di paura. Tra un ago per un rammendo dell’ultimo minuto, una spruzzata di lacca e una forcina per un ciffetto ribelle. “Via quella frangetta per lo spettacolo, le ballerine devono mostrare il viso. Espressione ed armonia”. Laura Bungaro era questo e molto altro, una mamma, una moglie, un’insegnante. Una grande amante degli animali.

La vogliamo ricordare così, con le sue gonne lunghe, il suo portamento lieve sul pavimento di parquet, la sua voce che conta e dà il ritmo alle ragazze alla sbarra e in diagonale. Il sipario che si è alzato diversi decenni fa sulla vita di Laura è calato oggi, dopo una strenua lotta contro la malattia. Domani l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Antonio alle 15, poi gli spettatori lasceranno la sala, e Laura continuerà a danzare nei cuori e nei ricordi di chi l’ha amata.

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