Radio Cassino

Cassino (FR) – Dopo il sequestro del centro per minori, tre misure interdittive

mercoledì 05 novembre 2025

Non possono esercitare attività professionali o imprenditoriali e devono rispettare la sospensione dall’esercizio di ogni pubblico ufficio o servizio, con esplicito divieto, per uno di loro, di svolgere la professione di avvocato per il periodo di durata dell’interdizione, ossia dodici mesi.

E’ la misura cautelare interdittiva disposta dalla Procura di Cassino ed eseguita ieri dal personale del Commissariato P.S. di Cassino nei confronti di due persone.
Misure che fanno seguito al sequestro per equivalente disposto dall’autorità giudiziaria ed eseguito il 15 ottobre 2025 dalla polizia nei confronti dei due indagati e di una terza persona, nonché nei confronti della società con cui gli stessi gestivano la struttura di accoglienza per minori “Revenge-G.A.M.” con sede a Cassino

L’attività investigativa era partita nell’estate del 2023, a seguito di un esposto ed alcune segnalazioni di alcuni cittadini della frazione Sant’Angelo in Theodice.
Durante l’attività di indagine vennero eseguiti una serie di controlli ed ispezioni della struttura, acquisita documentazione dai diversi Comuni d’Italia che avevano affidato i minori alla “Revenge”, videosorveglianza e da ultimo furono effettuati i sequestri di documentazione presso la società. Sequestrati anche i telefoni della Rappresentante Legale della ditta che gestiva il centro di accoglienza e di un ragazzo straniero che risultava ospitato in quella struttura.

I diversi controlli evidenziarono diverse criticità che portarono alla chiusura della casa famiglia ed al trasferimento dei minori stranieri non accompagnati su indicazione della Procura della Repubblica per i Minori di Roma verso altre strutture.

Dall’inchiesta sono emerse diverse condotte penalmente rilevanti, e nello specifico la violazione da parte degli indagati dell’art. 12, comma 5, del D.L.vo 286/98, in quanto in concorso tra loro, la legale rappresentante della società, che gestiva la struttura di accoglienza per minori “Revenge – Gruppo appartamenti per minori”, l’Assistente Sociale Responsabile della struttura e l’Avvocato, consulente legale della società e della titolare, favorirono la permanenza irregolare nel territorio dello Stato di un cittadino tunisino, che aveva fatto ingresso in Italia come minore non accompagnato ed invece era maggiorenne. Così facendo erano state  indebitamente percepite le erogazioni concesse dal Comune di Formia per l’ospitalità del cittadino tunisino nella struttura per un importo complessivo pari a euro 17.462,51.

Inoltre, si riscontrò la mancata presenza continuativa in struttura della figura del Responsabile, dell’Educatore Professionale, dello Psicologo, oltre all’assenza di un piano personalizzato educativo-assistenziale, contrariamente agli obblighi assunti dalla società in conformità alle prescrizioni. Di fatto, commettendo il reato di frode nell’adempimento degli obblighi relativi all’assistenza e all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, collocati presso la struttura su richiesta avanzata da parte dei Comuni di Cassino, Fiano Romano, Formia, Frosinone, Mantova, Piacenza, Ravenna, Soave e Ventimiglia.

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