Radio Cassino
Cassino (FR) – Emergenza aggressioni ospedaliere, il COINA scrive a prefetto, sindaco e Dg Asl
Una lettera indirizzata al Prefetto di Frosinone, al sindaco fi Cassino e al DG dell’Asl di Frosinone. A scriverla, in merito all’aggressione subita dagli operatori sanitari al Santa Scolastica, il sindacato COINA attraverso il segretario Alessandro Britolli.
Stanchi delle solite note stampa di protesta, dalla segreteria si evidenzia come l’emergenza sicurezza richieda interventi diretti e tempestivi.
“Non basta più limitarsi a parole di solidarietà e dichiarazioni di circostanza. È necessario che le istituzioni competenti si assumano la responsabilità di garantire la sicurezza di chi lavora in prima linea, con misure concrete e immediate. Come organizzazione sindacale, chiediamo:
Presidio di polizia o vigilanza armata fissa h24 nei PS ad alto rischio, a partire dal P.O. di Cassino, implementazione di sistemi di videosorveglianza attiva e controllo degli accessi nelle aree sensibili, linee guida operative per la gestione dei conflitti e percorsi formativi obbligatori per il personale sanitario, con campagne di sensibilizzazione rivolte all’utenza,
Tavoli permanenti di monitoraggio tra Prefettura, ASL e rappresentanze sindacali, con
possibilità di interventi tempestivi in caso di escalation. Infine, l’avvio immediato del protocollo “Stop alle Aggressioni”, con azioni visibili e di mobilitazione mirata se non saranno garantite condizioni minime di sicurezza”.
“Le nostre colleghe e i nostri colleghi non possono essere lasciati soli. La sicurezza non è un premio, ma un diritto fondamentale -aggiunge Britolli-.. Se non si garantisce la sicurezza, si mette a rischio l’intero sistema di emergenza-urgenza.
Il sindacato COINA propone le seguenti azioni concrete da avviare subito:
“Giornata del camice al contrario”: un giorno simbolico in cui il personale indossa il camice
al contrario per denunciare la situazione “rovesciata” dei PS “chi cura viene aggredito”.
Audit interno: raccolta e pubblicazione (anonima) di testimonianze degli operatori
aggrediti, per portare la realtà alla luce senza filtri.
Campagna informativa nelle sale d’attesa: “Chi aggredisce un operatore sanitario,
aggredisce te stesso”.
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