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Cassino (FR) – Provvedimento di confisca, le precisazioni della difesa Pelagalli

In merito al provvedimento di confisca emesso dal tribunale di Roma dopo la sentenza della Suprema Corte di Cassazione nei confronti di due appartenenti ad un noto nucleo familiare di etnia rom (Morelli-Spada) da tempo radicato nel Cassinate, gli avvocati Luca Capolino e Gaia Minuti tengono a fare alcune precisazioni in merito alla loro assistita.

“Corrisponde al vero la circostanza che la sig.ra Pelagalli Valentina è stata oggetto di un
provvedimento di confisca, quale misura di prevenzione patrimoniale, emesso dal Tribunale di Roma in data 16.12.2020; oggetto di tale provvedimento erano cinque diversi beni immobili, di cui tre terreni, un immobile registrato al catasto in cat. A/2 e relativi terreni di pertinenza, ossia la “villa”, e la quota del 50% (quale quota di proprietà della Pelagalli) di altro fabbricato, registrato al catasto in cat. A/4 (abitazione di tipo popolare).

Senza volersi soffermare sull’iter giudiziario, complesso, per quello che rileva in questa sede bisogna rilevare che la sig.ra Pelagalli Valentina, sin dall’anno 2023, rinunciava ad impugnare il provvedimento di confisca relativamente ai tre terreni ed alla porzione di fabbricato di tipo popolare, ottenendo invero, dalla Suprema Corte di Cassazione e con il patrocinio degli scriventi difensori Avv. Luca Cupolino del foro di Cassino ed Avv. Gaia Minuti del foro di Roma, l’accoglimento del proprio ricorso con rinvio alla Corte di Appello di Roma relativamente alla confisca della sola “villa”.

Per cui, il provvedimento di confisca relativo ai tre terreni ed alla porzione di fabbricato, diveniva definitivo già svariati anni fa e non certo nel 2025.

La Corte di Appello di Roma, pronunciandosi a seguito dell’annullamento con rinvio della
Suprema Corte, confermava nuovamente la confisca dell’immobile definibile “villa” e dei terreni di pertinenza. A questo punto la sig.ra Pelagalli Valentina adiva nuovamente la Suprema Corte che, in data 24.09.2025, ne accoglieva integralmente le doglianze, annullando senza rinvio il provvedimento di confisca ritenendo insussistenti i requisiti giustificatori del provvedimento ablatorio.

Pertanto, a seguito di tale pronuncia della Suprema Corte, peraltro citata durante una conferenza stampa ed evidentemente non compresa, l’unico immobile di proprietà integrale della Pelagalli Valentina, Cat. A/2 definibile “villa”, è stato regolarmente restituito alla stessa Pelagalli ed è libero da ogni onere e vincolo.

Allo stesso modo, bisogna rappresentare che la sig.ra Pelagalli non ha mai fatto parte, e non fa parte, di alcuna famiglia di etnia rom. Tale precisazione appare doverosa per non ingenerare, all’interno dell’opinione pubblica, l’idea che la stessa fosse in qualche maniera associata, in maniera stabile e continuativa, ad organizzazioni “criminali”.”.

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