Radio Cassino

Villa Latina (FR) – Omicidio Tortolani, oggi in aula la moglie della vittima. Le ferite, i soccorsi, l’addio

Un anno e quattro mesi fa a Villa Latina (FR) accadeva l’irreparabile. Armando Tortolani, imprenditore 42enne, veniva ferito con un coltello e, una volta giunto al SS Trinità di Sora, moriva a seguito di arresto cardiaco dopo un lungo tentativo di rianimazione da parte dei sanitari. Era appena giunto in ambulanza, dove era salita anche la moglie. E proprio a lei, questa mattina, è toccato l’arduo compito di ricordare quei momenti nel corso di una difficile testimonianza. Siamo in aula di corte d’assise nel tribunale di Cassino, dove si tiene il processo in primo grado che vede imputato Luca Agostino, 43 anni. Anche lui di Villa Latina.

Presiede la corte d’assise il presidente del tribunale, il giudice Lucio Aschettino, a latere il giudice Antonio Falchi Delitala. C’è tensione, la testimonianza della vedova Marilena De Luca è difficile, rende l’atmosfera particolarmente pesante. C’è da rispettare un comprensibile e ancora lancinante dolore. Ancor più per le modalità con cui vengono narrati gli ultimi istanti di vita della vittima.

A pochi passi da lei c’è l’imputato, seduto tra i suoi difensori, gli avvocati Beniamino Di Bona ed Enrico Maria Gallinaro. Alle spalle le parti civili, gli avvocati Paolo Marandola, Vittorio Salera, Michelangelo e Alessandro Montesano Cancellara.

A rompere il silenzio e i primi, difficili momenti di avvio, è la pm Maria Carmen Fusco. Sono passate da poco le 12.00. Poco prima è stato ascoltato uno dei carabinieri che ha curato le indagini sul delitto di quel maledetto 19 maggio 2024.

Tutta l’attenzione è concentrata su quella signora minuta, che parla con voce rotta dal pianto: ricorda di essere stata chiamata sul posto di lavoro e di essere corsa a casa nel tardo pomeriggio. C’è confusione, vicini di casa e parenti, l’ambulanza che attende giù. Entra nel portone e vede una chiazza di sangue, poi altre macchie salendo e le appare il marito ferito al petto e alla giugulare, sorretto da due persone. Cerca di baciarlo, lui perde sangue. La guarda, le cade dinanzi, lei si piega e lui perde conoscenza. Ha fatto giusto in tempo ad arrivare per vederlo ancora vivo.

Inizia il viaggio in ambulanza e automedica al seguito per raggiungere l’ospedale di Sora, ma servono due fermate: una per far salire il medico a bordo e l’altra per prendere una valigetta con i farmaci. Il ricordo della moglie della vittima è focalizzato sul fatto che veniva rassicurata: le condizioni del marito non sembravano gravi, forse era in preda ad uno ‘shock psicologico’. Poi, quel drammatico ‘bip’ del monitor che è infausto presagio dell’arresto cardiaco.

Iniziano le domande dei legali e ci si sofferma anche sulla presunta somministrazione del Narcan in ambulanza perché si pensava che la crisi di Tortolani fosse dovuta all’assunzione di sostanze. Ma la teste esclude e nega. “Era un grande lavoratore, abbiamo avuto solidarietà e affetto da tutta la Valle di Comino”. Luca Agostino? Lo conosceva da una vita ma non avevano rapporti ‘per il suo modo di essere’. In pratica, litigava sempre con tutti.

Nella precedente udienza, l’imputato aveva rilasciato delle dichiarazioni alla corte, sostenendo che si era trattato di una ‘disgrazia’. Ed il suo difensore aveva presentato richiesta di revoca della misura cautelare in carcere per quella meno afflittiva dei domiciliari. Dopo la testimonianza di Marilena De Luca, il presidente Aschettino ha aggiornato il processo all’udienza del 20 ottobre, nel corso della quale saranno ascoltati altri tre testimoni del pm.

Simone Pagano

 

 

 

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