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Si sente male a pranzo in un ristorante, i clienti lo salvano. Padre di famiglia miracolato

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Una giornata iniziata come tante per Dashi e la sua famiglia. Un pranzo fuori, così da far riposare un po’ la moglie e godersi qualche prelibatezza in compagnia delle figlie. La scelta è ricaduta su un locale di Piedimonte, così per non allontanarsi troppo. E tra una chiacchiera e l’altra, una risata e una frecciatina affettuosa con le sue “ragazze”, il buio è calato all’improvviso.

Un malore, lo sguardo vuoto, gli occhi fissi e la paura della moglie e delle figlie. Immediatamente gli altri commensali si sono resi conto della gravità della situazione. Tutti hanno smesso di mangiare, si sono alzati e hanno spostato i tavoli. Nel locale tra i presenti in particolare due uomini, una giovane guardia penitenziario fuori servizio, Andrea Mastronicola e il signor Fabrizio che hanno chiamato subito il 118 e hanno agito senza esitare un secondo per salvare Dashi. Attimi importanti che hanno permesso all’uomo di arrivare al pronto soccorso del Santa Scolastica a sirene spiegate. Si sono attivati anche i titolari e gli impiegati del locale affinché i soccorritori fossero agevolati il più possibile.

Tutto questo davanti alla moglie, pietrificata dallo spavento. E alle figlie.

L’uomo è stato ricoverato presso il nosocomio cassinate. La famiglia non ha parole per quanto accaduto oggi, ma solo il cuore pieno di gioia per aver incontrato “angeli”.

“L’amore della mia vita ha avuto un arresto cardiaco davanti ai miei occhi. Ho temuto il peggio, per alcuni istanti il mio cuore si è bloccato con il suo. Fortunatamente accanto a noi il destino ci ha fatto avere delle persone che non hanno avuto paura, hanno invece avuto la prontezza di intervenire. Se non ci fossero stati forse oggi le cose sarebbero andate diversamente. Ricordo il nome di uno di loro due, Fabrizio, ma della giovane guardia penitenziaria fuori servizio non lo ricordo. Ricordo di averlo chiesto a entrambi, ma la mente è come annebbiata”.

“La vita può cambiare in un attimo. Un attimo prima stai ridendo con la tua famiglia, abbracci chi ami, ti senti al sicuro. Un attimo dopo tutto si ferma. Il respiro si blocca, il cuore si spezza, e ti ritrovi in un incubo da cui non riesci a svegliarti. È quello che abbiamo vissuto.
Il nostro amore, Dashi, ha avuto un arresto cardiaco davanti ai nostri occhi.
Un momento che nessuno dovrebbe mai vivere. Un dolore che lascia senza fiato. Ma proprio in quell’istante sospeso, sono intervenuti degli angeli in terra. Ci hanno restituito una speranza. Un battito in più. Una possibilità di continuare ad amarlo.
A nome mio e delle nostre figlie, vi diciamo grazie. Con tutto il cuore, con tutta l’anima. Non dimenticheremo mai ciò che avete fatto. Avete scritto una pagina d’amore nella nostra storia.
Viviamo ora ogni giorno con più gratitudine, con più amore, con occhi nuovi. Perché la vita è davvero un attimo. E ogni attimo è sacro. Che Dio vi benedica, uno a uno. Per sempre, grazie”.

La voce tremante, il respiro pesante e un peso sul cuore. Con queste parole la moglie Jona, punto di riferimento per centinaia di famiglie del territorio. Professionista amorevole. Una donna forte, tenace che nella vita ha sempre fatto del bene a tutti, nonostante le mille difficoltà e le peripezie, ha voluto ringraziare chi oggi ha salvato il marito. Chi ha preservato la sua famiglia in uno dei momenti più bui che possano esserci. Con lei le due figlie cresciute con valori sani, che si sono distinte negli studi, che hanno dovuto fare i conti già con perdite importanti. E che oggi hanno quasi perso l’adorato padre.

Oggi è stata una di quelle giornate che fanno la differenza, che rappresentano un bivio. Le cose sarebbero potute andare diversamente e questa sera invece che ringraziare due sconosciuti per aver salvato l’amore di una vita in una sala d’attesa dell’ospedale, Jona e le sue due ragazze sarebbero potute essere altrove con il cuore in mille pezzi. Per chi è credente si può pensare che sia intervenuto Sant’Elia Profeta, santo del giorno, la sua una vita esemplare, dedicata alla difesa della fede in un periodo di grande apostasia. Venerato non solo nel cristianesimo, ma anche nell’ebraismo e nell’islam, dove è riconosciuto come un profeta. Per altri invece forse era scritto nelle stelle, visto che oggi ricorre il 56° anniversario del primo allunaggio dell’uomo.

Di sicuro per Dashi e la sua famiglia oggi non sarà la giornata della luna o dei santi, ma la giornata in cui ha vinto la vita. Una vita che vale la pena di essere vissuta istante dopo istante, battito dopo battito, ogni momento. Come unico. Come se fosse l’ultimo.

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