Cassino Notizie

Villa comunale, l’inclusione rimane al palo. “Giochi per tutti, ma non per mio figlio”

5 MIN

Ieri il taglio del nastro alla villa comunale e la tanto attesa riapertura ha portato con sé un bel po’ di polemiche. Il sindaco durante il discorso dopo l’inaugurazione ha polemizzato sui detrattori – come li definisce lui – “qualcuno ci si è impegnato per non farci riaprire. Qualcuno conterà i fili d’erba che mancano. Usassero i social per le lamentele questa sera”. Poi è sceso dal palco e ha chiesto ai presenti di fare una foto, accanto a lui solo parte dell’amministrazione, i presenti si sono avviati tra sentieri e verso il campetto dove le associazioni sportive erano state invitate con i piccoli atleti.

Ebbene, in effetti qualcosa da dire ci sta. Qualcosa che non va ci sta. A partire dal fatto che quello che vorrebbero chiamare il parco della Pace, quello che ha le ringhiere colorate come l’arcobaleno, ha riaperto i battenti non tenendo conto di una parte importante dei suoi cittadini: i bimbi con disabilità.

Si perché, nelle aree giochi dedicate ai più piccoli mancano proprio i giochi inclusivi. Ad alzare i toni è Giulia, la mamma di un bimbo che frequenta le scuole a Cassino e che da sempre è in prima fila per realizzare aree ludiche aperte e tutti. Il suo grande impegno negli anni passati ha portato all’installazione dei giochi inclusivi posizionati nel Baden Powell.

Da tempo, da anni, fin dall’inizio del cantiere alla villa comunale la mamma ha mantenuto un dialogo aperto con l’amministrazione per fare in modo che alla riapertura ci sarebbero stati giochi inclusivi. Eh si, perché quando si parla di inclusione bisogna pensare un po’ più a 360°. I giochi che andrebbero posizionati non sono per disabili, quindi ad uso esclusivo. L’obiettivo non è quello di far giocare alcuni bambini da una parte e altri altrove, ma si parla di giochi inclusivi, ovvero di attrezzature che siano fruibili da parte di tutti i bambini, per permettere loro di giocare insieme. Inclusività è questo, è condivisione, è poter avere le stesse possibilità, negli stessi luoghi e non “ghettizzare”.

Alla mamma erano state date rassicurazioni sul fatto che la villa rimodernata avrebbe avuto tutto, che ci sarebbero state aree attrezzate in maniera adeguata. E a dire il vero lei ci aveva tanto sperato, ci aveva creduto. Fino a qualche settimana fa quando, passeggiando nei pressi del parco, aveva notato che nelle aree gioco mancavano queste attrezzature inclusive. Ma l’ultimo confronto con l’amministrazione c’era stato a luglio e tutto sembrava pianificato, ci sarebbero stati i giochi per tutti. Poi ieri il taglio del nastro e la conferma: delle aree ludiche inclusive neanche l’ombra.

E oggi qualcuno dirà “Sono state ordinate” “Le metteremo quanto prima” “Sono in programma” “Ma è stato detto che ancora manca qualcosa” “Ogni occasione è buona per polemizzare o strumentalizzare”. Ma nessuna di queste affermazioni è degna, nessuna di queste affermazioni può trovare posto in una società civile. Tutte giustificazioni che non servono perché i tempi per acquistare i giochi ci sono stati, quando sono stati presi quelli già installati la scelta sarebbe dovuta essere differente, se manca qualche “pezzo” o anche più di qualcuno allora il luogo non è pronto, quanto tempo ancora sarà necessario? Aprire a tutti i costi solo per dire di aver riaperto ma a spese di chi?

Giulia parla da mamma, una mamma abituata a combattere per vedere i diritti del figlio rispettati, eppure ieri ha sentito di aver perso una battaglia, l’ennesima. Chi ha veramente perso? Solo Giulia? Solo il suo bimbo? Le famiglie come la sua? O l’intera comunità? A vincere è stata l’indifferenza, a vincere sono state le promesse non mantenute, a vincere è una società che sbandiera i colori dell’arcobaleno, che parla di pace e di inclusione, ma lo fa da piedistalli che non sono raggiungibili da tutti. E dove si trova l’amore per la comunità in tutto questo?

Il messaggio di Giulia

Le parole di Giulia feriscono, fanno male, hanno un peso come un macigno.
“Scusate il ritardo”…nel non aver previsto l’inserimento di NESSUN GIOCO INCLUSIVO.“Gioco inclusivo” che non significa gioco per disabili, ma gioco per tutti (ancora non è chiara questa cosa). Signor Sindaco Enzo Salera :” Bellissimo vedere quanti bambini già oggi sono qui a giocare”. NE È DAVVERO CONVINTO?

Forse il Comune di Cassino si è dimenticato che tra i suoi cittadini ci sono anche BAMBINI CON DISABILITÀ che, in questo parco messo a lucido, verranno a vedere gli ALTRI BAMBINI giocare. Nel 2025. In un paese “civilizzato”. Con il tema dell’inclusione che viene vendicato e sbandierato da ogni istituzione pubblica di questo Paese.

Io, mio figlio, oggi al parco non l’ho portato. Non l’ho potuto portare. Che cosa sarebbe venuto a festeggiare? Giochi finalmente nuovi per tutti i bambini, per tutti i suoi amici tranne per lui??? ( e sorvoliamo anche sulla scelta di questi famosi”giochi”).

Solo due anni fa è stato intrapreso un lungo percorso per far installare due giochini inclusivi in un altro parco di Cassino di cui è stato fatto vanto.

A Maggio in Comune, in pompa magna, è stata festeggiata la vittoria nazionale di una filastrocca su un parco inclusivo fatta dai bambini della scuola S.Silvestro. Premiati dal Comune, Dal Presidente dell’ANCI Frosinone, dall’Associazione “ Parchi per Tutti”. Sono state fatte loro grandi promesse. Grandi applausi.E non uno, non un solo piccolo gioco inclusivo è stato inserito prima dell’inaugurazione.

Eppure i genitori (e la sottoscritta) si sono fatti sentire per tempo per “ricordare” dell’esistenza dei propri figli. Per “ricordare” che stavate per riqualificare un parco che avrebbe dovuto essere un piccolo gioiello per Cassino e un luogo felice per giocare per tutti i bambini.

E che anche i bambini con disabilità hanno diritto a giocare, non lo dico io. Lo sancisce l’art.31 della Convenzione ONU del 1989 sul ” diritto al riposo, al tempo libero, al GIOCO e alle attività ricreative per tutti bambini”.

E lo ribadisce l’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza che inserisce il “Diritto e l’accessibilità al gioco per i minori con disabilità tra ” I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI CONCERNENTI I DIRITTI CIVILI E SOCIALI DELLE PERSONE DI MINORE ETÀ”.

Ma di questo nessuno dice niente. Nessuno sa niente di queste violazioni?

E vorrei sapere che ruolo hanno gli organi preposti dal Comune per sorvegliare e difendere i diritti delle persone con disabilità.

Vorrei sapere perché noi genitori dobbiamo preoccuparci di accertarci che in un nuovo progetto il Comune si ricordi della disabilità. Ma non è l’Istituzione che dovrebbe garantire questi diritti?

La lista dei diritti calpestati per questi bambini è lunga.
Al parco, nelle scuole, per le strade, per l’accessibilità alle piscine…
Un’altra preziosa occasione mancata per Cassino e i suoi bambini.
Un’altra batosta da metabolizzare per chi ha una disabilità e per i loro famigliari.

E vi prego: non pronunciate più la parola INCLUSIONE. Non ce ne è nemmeno lontanamente l’idea del vero significato.

Queste mie parole sono state già ampiamente dette a chi di dovere da me e da altri genitori e, visto il risultato, forse di nuovo se ne andranno al vento.

Spero però che i cittadini di Cassino e l’opinione pubblica possa riflettere su questo aspetto e aiutare nel cambiamento. CULTURALE. Prima di tutto.

E adesso…chi ancora ha voglia, festeggi.”

Parole che colpiscono come uno schiaffo in pieno viso

Le parole di Giulia devono far riflettere tutti, arrivano dritte come uno schiaffo in pieno viso, colpiscono chi pensa che “tanto non riguarda me”. Colpiscono e fanno male. Se così non dovesse essere significa che c’è qualcosa che non va alla base, che questa città, martire, casa di San Benedetto, messaggera di pace fin in Oriente, è solo parole e pochi fatti. Che il dialogo con tra il Palazzo e i cittadini non esiste, che l’ascolto e il rispetto si possono cancellare con arcobaleni davanti colorati e dietro grigi, grigi come il fumo che avvolge e copre la verità. Bullizzare è anche questo, escludere e non tenere conto delle esigenze altrui, ricordiamocelo quando poi riempiamo le bacheche di moniti, messaggi e frasi di circostanza. Perché le cose le possiamo cambiare solo noi, non l’altro, ognuno di noi ne ha responsabilità, anche solo volgendo lo sguardo altrove. L’indifferenza è una scelta. E su questo le polemiche restano a zero. Per il resto possiamo contare tutti i fili d’erba della villa comunale, possiamo farlo tutti insieme, nel nome dell’inclusività. Potremmo così notare come l’assenza di ringhiere lungo il letto del fiume possa rappresentare un pericolo per i bimbi più piccoli o più “avventurosi”, o come fili e barriere metalliche lasciate nella terra e nei prati possano causare cadute a grandi e piccini. Ma questo è un altro capitolo.

Clicca qui per leggere ulteriori notizie

Categorie:

Seguici sui Social:

Salta al contenuto principale
Scoprimi...

Vuoi sapere la farmacia di turno, gli orari dei treni, i monumenti ecc.

Dove possiamo ricontattarti nel caso in cui ti disconnettessi?