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Impianto di biometano in zona Cerro: avviati i lavori. Eppure a marzo molti esultavano
La realizzazione dell’impianto era finita nel mirino dei comitati e degli ambientalisti fin da subito. Quando l’ipotesi della costruzione della struttura fu paventata immediatamente si levarono gli scudi: a sollevare dubbi e “No” caustici furono i cittadini preoccupati per l’ambiente e la salute dell’intera comunità. Dopo l’insistenza di una parte di cittadini anche la politica si mosse, fu così intrapreso un iter legale e lo scorso marzo arrivò la decisione del Tar. Dopo il ricorso della Neoagroenergie srl per il diniego alla realizzazione di un impianto di biogas in zona Cerro, il Tribunale amministrativo diede ragione al Comune respingendo anche la consistente richiesta risarcitoria nonché condannato la società al risarcimento delle spese.
Poi però, mentre una parte della politica esultava e la comunità dava per scontato di aver chiuso la questione, l’azienda è andata avanti e a luglio è arrivata la decisione del Consiglio di Stato. Nei giorni scorsi, dopo il Ferragosto, il cantiere in zona Cerro ha preso il via e ad accorgersene con stupore e profonda amarezza sono stati proprio i residenti.
In pratica il Consiglio di Stato ha sospeso, in via cautelare la sentenza del TAR Lazio-Latina n.234/2025 che aveva ritenuto legittimo l’esercizio dell’autotutela del Comune di Cassino, difesa dall’avv. Longo, in ordine alla procedura semplificata PAS intrapresa dalla Neoagroenergie S.r.l in relazione alla realizzazione dell’impianto. La pronuncia sembra porre in dubbio la tesi del Comune in considerazione del lasso di tempo intercorso.
Espressamente indicando di considerare meritevoli di considerazione i motivi di appello non appaiono implausibili ma, per la loro complessità, richiedono l’approfondimento proprio della fase di merito con particolare riferimento:
1) alla ammissibilità della procedura semplificata di PAS, nonostante il contrasto con la disciplina urbanistica, in ragione della sopravvenuta disciplina sulle aree idonee di cui al d. lgs. n. 199 del 2021;
2) alla tempestività dell’esercizio del potere di autotutela, tenuto conto della prospettata incompletezza e non veridicità della dichiarazione resa in materia di vincoli paesaggistici;
3) alla sussistenza dei presupposti per l’esercizio del potere di autotutela atipica, con particolare riferimento al lasso di tempo trascorso dalla formazione della PAS ed alla sussistenza di un interesse pubblico attuale e concreto ostativo alla realizzazione dell’impianto che, dal canto suo, risponde esso stesso alla finalità pubblicistica di incentivazione della promozione di energie alternative
Ma non solo , il Consiglio di Stato ha aggiunto di considerare allo stato prevalente l’interesse alla prosecuzione dei lavori, tenuto conto della entità degli investimenti effettuati e della sottoscrizione dei contratti di appalto per la costruzione dell’impianto nonché della insussistenza di interessi pubblici concreti ostativi alla prosecuzione dei lavori, oltre che del notevole lasso di tempo intercorso dal perfezionamento della prima PAS.
In altri termini la tesi sostenuta dal Comune in prima grado, sembra ora ribaltata in sede di appello, con evidente censura al ritardo con cui il Comune di Cassino sarebbe intervenuto , pur in assenza di “interessi pubblici concreti ostativi alla prosecuzione dei lavori, oltre che del notevole lasso di tempo intercorso dal perfezionamento della prima PAS”.
A questo punto non resta che attendere la decisione finale che, secondo la stessa ordinanza dovrebbe intervenire nel primo trimestre del 2026, anche se l’esito sembra già favorevole all’impresa.
In pratica, per sintetizzare, il Consiglio di Stato avrebbe tenuto conto, tra gli elementi a disposizione, delle tempistiche intercorse dalla notizia della realizzazione dell’impianto da parte della società e il ricorso al Tar da parte del Comune e da altri aspetti della documentazione presentata dall’Ente a sostegno della tesi. Elementi che, per quanto deciso, hanno richiesto ulteriore tempo per una corretta valutazione, permettendo comunque il prosieguo dei lavori.
L’investimento in atto è consistente, si parla di oltre venti milioni di euro. Sono poi diverse le aziende coinvolte. In questi giorni i residenti hanno notato la presenza di operai e di mezzi. E dal comitato sorgono dubbi sulla validità del progetto e sull’impatto che potrebbe avere a livello ambientale. Una questione che non riguarderebbe solo chi abita nelle immediate vicinanze della struttura che nascerà, ma dell’intera comunità che vive nel territorio. L’allerta è alta, l’ultima parola deve ancora arrivare, nel frattempo pare che il cantiere vada avanti. Come si comporterà ora la politica? Alcuni esponenti dell’opposizione hanno presentato una mozione in occasione del prossimo consiglio comunale. Ma la guardia resta alta, il comitato Allerta Cerro è in prima fila e i cittadini sono in attesa di fatti perché di parole e promesse se ne sono sentite tante.
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