Radio Cassino

Cassino (FR) – Applausi per Giuliana Sgrena, l’inviata che ha saputo raccontare le guerre

domenica 07 dicembre 2025

Giuliana Sgrena a Cassino. Ed un pomeriggio qualsiasi si trasforma in un approfondimento storico-culturale. Si parla di popoli oppressi, di donne che lottano per la pace, ma soprattutto di una inviata di guerra che non si ferma alla superficie, ma entra nei contesti e racconta ciò che vede. Non quello che gli altri vorrebbero ascoltare o leggere. “Me la sono andata a cercare. Diari di una reporter di guerra” è il libro presentato nella Sala Restagno, per il ciclo di incontri sul diritto all’informazione proposto da Comitato Art-11 Ripudiamo La Guerra e introdotto dai saluti di Antonella Capaldi. E’ lei che ringrazia la Sgrena “per aver lavorato in terre così pericolose non puntando allo scoop ma al trasferimento della verità”.

Non  c’è retorica in questa iniziativa, né si indugia in particolari ‘acchiappa consenso’, ma si analizzano i contesti e si leggono alcuni passi per entrare in connessione con chi, quelle strade così tortuose, le ha percorse  davvero e non guardate da lontano. Algeria, Somalia, Afghanistan, Siria e Iraq, fino al rapimento a Baghdad il 4 febbraio 2005. Liberata il 4 marzo 2005, il suo nome sarà sempre legato alla morte di chi, quel giorno, era con lei per proteggerla e riportarla in libertà: Nicola Calipari.

A commentare e dialogare con l’autrice, lo scrittore e storico locale Alessandro Marcuccilli e il prof. Pasquale Beneduce, Docente di Cinematografia, istituzioni e politiche sociali all’Unicas. Letture a cura di Paola Spallino del CUT. Presenziano le consigliere comunali Mercedes Galasso, Maria Rita Petrillo, Ornella Rodi. Numerose le associazioni presenti.

La platea è attenta, Marcuccilli ci tiene a sottolineare che l’ospite è una scrittrice, non solo giornalista, di un “libro denso, che ha come approccio l’emotività, l’esserci. non si limita a dare chiavi di lettura, ma è un libro di ‘rimando’ a situazioni e cose”.

Beneduce parla di “libro straordinario, un diario che tiene insieme dettagli e idee personali, in cui parla una giornalista che si è sporcata le scarpe sul melmoso terreno della guerra. Descrive le foto opportunity, quelle che creano lo scenario e l’evento a tutto vantaggio dei media per costruire un messaggio. Un libro sul gioco della verità, che è poi ciò che deve fare una reporter di guerra”.

Quando prende la parola, Giuliana Sgrena rende merito a tutte le donne che nel libro hanno avuto un grande ruolo. “Senza la loro complicità non avrei potuto entrare nei particolari, a cominciare dal decennio nero in Algeria. Mi hanno detto che i diritti sono universali e che io dovevo essere me stessa. Da allora ho capito come comportarmi nei Paesi musulmani (arabi e non). Sono sempre stata me, non ho usato il velo se no in due occasioni. E senza velo ho intervistato leader islamisti radicali negli anni ’90”.

Sulla solidarietà femminile ‘all’occidentale ‘ specifica: “Solidale non è tagliare una ciocca di capelli ma capire la loro condizione. Mi sono presentata alle donne sempre come donna e poi come giornalista per raccontare violenze, discriminazioni, ma soprattutto le loro lotte”.

Ed eccola, minuta ma determinata, la donna che ‘se l’è andata a cercare’ in territori difficili e scomodi, raccogliere applausi e complimenti da chi, con grande attenzione, ha ascoltato e recepito il messaggio. Sull’informazione e sulla verità fattuale. Non di comodo, né di facciata.

Simone Pagano

(Foto di A. Nardelli)

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